9 dicembre 2023

Isola del Tino

LE ISCRIZIONI SONO CHIUSE
Raggiunto il numero massimo consentito dalla Marina Militare


È la seconda isola dell’arcipelago spezzino, posizionata fra la Palmaria e il Tinetto, poco più di un coreografico scoglio. Il Tino è un’oasi quasi incontaminata chiusa al pubblico, sotto la giurisdizione della Marina Militare.

Prenotazioni e informazioni


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Logistica e organizzazione

Viaggio in treno

Partenza 7.46

Ritrovo: Stazione di Chiavari ore 7.30

Rientro 18.33

Quota di partecipazione:

Ragazzi € 15

Adulti € 18

La quota non comprende il viaggio in treno.

La gita è aperta a tutti gli interessati all'Alpinismo Giovanile.

La gita potrà subire variazioni a seconda delle condizioni metereologiche

Dare la propria adesione il prima possibile, comunque entro mercoledì 6 Dicembre 2023

Percorso

Difficoltà: E

Tempi: h 3.00 ca

Equipaggiamento consigliato

Scarponcini da trekking. 

Consigliato l’uso dei bastoncini.

Abbigliamento da escursionismo invernale: pantaloni lunghi, maglietta a maniche lunghe, pile o maglione, giacca, K-way o mantella,

Pranzo al sacco

Responsabili (R.d.L.)

Arianna Prati 333 1419313

Roberto Landò 3356619913

NOTE INFORMATIVE 

L’Isola del Tino

È la seconda isola dell’arcipelago spezzino, posizionata fra la Palmaria e il Tinetto, poco più di un coreografico scoglio. Il Tino è un’oasi quasi incontaminata chiusa al pubblico, sotto la giurisdizione della Marina Militare.

Sull’isola sorge il maestoso faro che porta il nome di San Venerio, monaco vissuto a cavallo del VI e del VII secolo. Secondo la leggenda scelse di vivere gli ultimi anni della sua esistenza proprio al Tino. Durante le buie notti a picco sul mare, per salvare i naviganti dal rischio di infrangersi contro le rocce o sulle numerose secche, accendeva dei fuochi con cui li guidava nell’oscurità. Un fanalista ante litteram, oggi loro protettore.

Il faro è uno dei principali dell’Alto Tirreno, con la Lanterna di Genova e quello di Livorno. Ha portata luminosa pari a 25 miglia nautiche, oltre 46 km.

L’area archeologica, parzialmente percorribile, comprende resti dell’epoca romana e rovine del cenobio medievale restituiti grazie ad una campagna di lavori eseguiti dalla Marina Militare in collaborazione con vari enti, tra cui il CAI.

 

Il Parco delle Mura

La cinta muraria, oggi recuperata come Parco delle Mura, è stata realizzata tra il 1887 e il 1889 in contemporanea con la prima grande espansione della città della Spezia, dovuta alla costruzione dell’Arsenale.

Le mura arrivavano al mare seguendo il profilo della collina. Ma l’ultima parte è stata sbancata negli anni ’20 del XX° secolo, per cui dal pontile dove siamo sbarcati attraversiamo alcune strade ed una ampia piazza per poi salire alle mura per una grande scalinata.

Seguiamo le mura ottocentesche fino all’abitato di Sarbia, in posizione panoramica. Da qui sono possibili diversi percorsi per scendere in centro e ritornare alla stazione Centrale. Decideremo se scendere direttamente o se allungare fino a Strà e passare sul ponte del Salto del Gatto e relativa balza rocciosa in base alle forze residue ed all’orario.

Club Alpino Italiano